“Pieta” di Kim Ki-Duk

14 Set

“Che cosa sono i soldi?

“L’inizio e la fine di ogni cosa: amore, odio, rabbia, gelosia, vendetta…la morte.”

Kim Ki-Duk dimentica amore, poesia e la delicatezza che tanto lo caratterizzava negli ultimi anni, rifiondando alle radici del suo cinema, quello grezzo, sporco e disperato. E riesce a firmare quello che è, sicuramente, il suo film più cupo di sempre. Persino peggio de “L’Isola”. Perché, sebbene qui non ci sia gente che si infili gli ami in bocca o in altre parti del corpo, c’è qualcosa che nasce dagli inferi, un incubo che scivola sullo schermo. Qualcosa di affascinante e pericoloso.

Il nuovo Kim Ki-Duk è, almeno per me, un grande Kim Ki-Duk, che sebbene non smetta mai di autocitarsi (ma quale autore non lo fa mai?), che riconferma un talento visionario straordinario, quasi alieno, sicuramente metafisico. E da una depressione, ne nasce il suo film più CUPO, DISPERATO, STRANIANTE e, sopratttutto, VIOLENTO.Film che elimina o semplifica il simbolismo (che prima era alla base dell’intera sua opera): è un film che morde, dilania e, alla fine, commuove, lasciandoti in un bagno di lacrime (e sangue). Un film che si apre su una carcassa abbandonata sul pavimento di un bagno, che affonda nella disperazione per portarti alla luce. è la visione pessimistica di un mondo dove anche i rapporti sono stati corrotti dai soldi, dove l’unico sentimento che rimane è la vendetta. Meraviglioso. Dovrei elaborare ancora il blocco mentale per parlarne di più.

MOMENTO ALTAMENTE DISTURBANTE: “Ah, quindi io sono uscito da qui, vero? E allora ci posso rientrare!”

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