Mai mostrare qualcosa di incompiuto, o potresti modificarne il giudizio finale degli altri. è una regola non scritta di ogni artista, pseudo-artista o di chiunque crea qualcosa nella sua vita. Io non la rispetto mai ed è uno dei miei più grandi difetti.
Il fatto è che mi sento come un padre che vuole gridare al mondo che sua moglie è incinta, anche se sa che la donna potrebbe abortire. è lo stesso procedimento che ti porta ad amare anche la più grossa schifezza uscita dalle tue mani, il film, la foto o il quadro che neanche un bambino di due anni avrebbe fatto. E gli dai un titolo, perchè è come chiamare un figlio, un figlio buzzurro e maleducato, oppure soddisfacente e ad immagine e somiglianza di ciò che è il figlio modello.
é qui che però nascono le controversie. Una mia sceneggiatura (che forse mai tradurrò in immagini, perchè nella mia testa è proprio come vorrei) per un lungometraggio chiamato “Patriotism”, su quattro storie incrociate di persone distrutte dalla crisi economica che si lasciano andare nelle proprie ossessioni e nell’autodistruzione, è finita sotto gli occhi sbagliati al momento sbagliato.
“Tu mi fai paura” è ciò che mi è stato detto.
é stato in questo momento che è partita una mia riflessione sul compito del regista (ma che vale anche per lo scrittore, ma anche con il pittore, il musicista e tutti i campi artistici) nei confronti del suo pubblico.
Perchè un regista che realizza un film sulle perversioni viene catalogato come perverso? Perchè, al contrario, un regista di film per bambini diventa una persona sensibile e un buon padre di famiglia?
Perchè un regista diventa automaticamente il film che crea. E se il film è efficace, se raggiunge il suo obiettivo di colpire, tutto ciò che c’è attorno all’opera si materializza in un essere umano. è per questo che un capolavoro Pasoliniano come “Salò” sia reputato da molti uno schifo per via dei suoi temi piuttosto forti.
Il vero regista è quello che, film dopo film, cambia indole, sesso, sessualità, età, anima e corpo. Il cinema è un esempio di body art astratta. Lavora sul corpo del creatore, come su quello del fruitore, che crede in tutto ciò che vede. Perchè un regista che può essere il migliore e più puro uomo del mondo, se facesse un film pornografico, verrebbe catalogato come “pervertito”. Questo conferma come tutto ciò che il cinema ci propone, che pur è pura finzione, venga completamente accettato da chi vede.
Ed è compito del regista essere interessante ed essere se stesso, staccarsi carne, muscoli e ossa e trasformarli in cellulosa.
Ci sono registi capaci di rendere interessante e avvincente un silenzio tra due persone sedute in un bar (Apichatpong Weerasethakul, Pen -Ek Ratanaruang, Tsai Ming-Liang, Aleksandr Sokurov), rendendola coinvolgente come la più spettacolare scena d’azione, come al contrario, ci sono registi che rendono barbosissimo un film di un mostro che attacca una città. L’importante è diventare l’opera, che può essere orrida quanto vuoi. Ma devi accettarla. Perchè è tua. E quando la offri al pubblico, è come quando registri tuo figlio all’anagrafe. Ha i tuoi stessi occhi, anche quando si infila troppo spesso le dita nel naso.