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69esima Mostra Del Cinema Di Venezia

12 Set

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Ha vinto il maestro coreano Kim Ki-Duk l’ambitissimo leone d’oro per il suo nuovo film “Pieta“, storia di redenzione che ha come protagonisti un usuraio che risana i debiti tramite amputazioni e altre pratiche poco ortodosse e una donna che si spaccia per (o forse è) sua madre, soffiando il premio al discusso “The Master” di Paul Thomas Anderson, regista (tra gli altri) del celebre “Magnolia“.

Kim Ki-Duk non è nuovo al Festival Di Venezia. Anzi, è stato proprio qui, che ha iniziato a farsi conoscere, dodici anni fa, con lo splendido e controverso “L’Isola“, bollato come film-scandalo della Venezia 2000 e scatenando un discusso svenimento. Ed è stato sempre a Venezia, nel 2004, che ha fatto sospirare il pubblico con il capolavoro “Ferro 3- La Casa Vuota“, che gli è valso il Premio Della Giuria. 

Il regista coreano ha accolto la sua gloria con estremo coinvolgimento, cantando “Arirang”, una canzone tradizionale coreana, con il premio ben saldo in mano. Una vittoria per un uomo appena uscito da una profondissima depressione, che l’ha portato a prendere una breve pausa dal cinema e a realizzare un film personalissimo e bistrattato (ma non per questo deludente), sotto il titolo di “Arirang“.

Ed ecco, ora, una panoramica sulle altre premiazioni:
Spetta al già citato “The Master” il Leone D’Argento, aggiudicando anche, ex-aequo, il premio per la migliore interpretazione maschile ai due attori principali: Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix. è Israeliana la migliore attrice del lido: Hadas Yaron, per il criticatissimo film sentimentale “Fill The Void“.

Spetta, invece, al film-scandalo di quest’anno il premio speciale della giuria: il controverso e destabilizzante “Paradise: Faith” dell’austriaco Ulrich Seidl. Secondo tassello di una trilogia sul paradiso, è la storia morbosa della relazione tra una donna devota a Dio e il suo crocifisso.

Nonostante si vociferasse una rinascita per il cinema italiano contemporaneo (a quanto pare confermata dalle ottime critiche per il film “Acciaio“, tratto da un famoso best-seller), sono stati solo due, quest’anno, i premi tutti nostrani: a vincerli il giovane Fabrizio Falco, vincitore del Premio Mastroianni Per Il Migliore Attore Emergente, presente in due film: “è stato il figlio” e “Bella Addormentata” e Daniele Ciprì, vincitore del miglior contributo tecnico per “è stato il figlio”. 

Il francese Olivier Assayas vince il premio per la miglior sceneggiatura, per l’amato film “Aprés Mai“, che ha anche diretto. 

é Turco il vincitore per la migliore opera prima: Ali Aydin con “Mold“.
La sezione Orizzonti, per il cinema sperimentale e indipendente, trova un suo vincitore nel noto regista indipendente cinese Wang Bing, con il suo nuovo “Three Sisters“, uno spaccato sulle zone più rurali e povere della Cina, dove tre sorelline lottano per la sopravvivenza.  Menzione speciale a “Tango Libre“, diretto da Frédéric Fonteyne

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Paradise: Faith

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Fill The Void

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Acciaio

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Pieta

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Three Sisters