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Revolution Is My Boyfriend: Due Chiacchere Con Bruce LaBruce

11 Set

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Ho dovuto intervistare Bruce LaBruce, pioniere del post-porno, soprattutto a tematica omosessuale, per un progetto universitario. Ho deciso di condividerla con voi.

Sono le 18.45 e Bruce LaBruce è in ritardo per la nostra videointervista via Skype, della serie: più svuncio di così non si può, ma ci si accontenta. Si palesa da solo, come un’apparizione, confortandomi: “I’m ready!” dice. Si presenta con le occhiaie, abbastanza tramortito e con un enorme tazza di caffé. Mi dice: “Scusami, mi sono svegliato tardi.”Perdonato. Skype che tenta di dividerci più volte, negando il suo microfono e bloccandosi ripetutamente. Tuttavia, la mia pazienza e il suo entusiasmo hanno contribuito a terminare l’intervista nel miglior modo possibile.

Io: Come prima domanda, volevo semplicemente chiederle di dirci che cosa fa di preciso, quali sono i suoi temi ricorrenti e come lavora ai suoi progetti.

Bruce: Sono un regista di film underground/alternativi/d’avanguardia. I miei progetti variano, dipende soprattutto dal budgt. Alcuni non ne hanno proprio, altri, invece, sono low-budget. Recentemente mi è stato finanziato un film con un budget che sfiora il milione di dollari, ad esempio. Ci ho messo tre anni per realizzarlo: tra lo scrivere la sceneggiatura e trovare un produttore. A volte, quindi, i tempi di lavorazione sono abbastanza lunghi. Se il tempo di lavorazione è troppo lungo, spesso opto per il low-budget. “L.A. Zombie” , ad esempio, è stato un progetto molto libero: l’ho realizzato con meno di 100.000 dollari di budget e senza nessuna sceneggiatura: giusto un soggetto di tre pagine.

Io: E ora sta lavorando a qualche nuovo progetto?

Bruce: Sì, il mio prossimo film si chiamerà “Gerontophilia” . La storia ruota attorno a questo giovane che prova attrazione sessuale per gli uomini anziani. Lo girerò tra Settembre e Ottobre, quindi, sarà pronto per il prossimo anno.Io:

Soprattutto nei suoi ultimi lavori è presente il binomio sesso e violenza, spesso di deriva zombie. Come mai?

Bruce: Bella domanda! Credo sia dovuto dal fatto che sono stato cresciuto in campagna, in una fattoria. Quindi, da piccolo, ho assistito regolarmente all’uccisione di maiali nell’ammazzatoio. Credo che sia questa l’influenza. Riguardo al sesso, invece, non so proprio come mai ci sia finito dentro! Ahahahahahah! Diciamo che cerco di spiegare come anche la violenza più aberrante possa essere un ottimo mezzo d’intrattenimento. Spesso esagero, vado oltre, ma il low-budget mi permette grande libertà e io la sfrutto.

Io: Crede che, nonostante lei sia considerato un artista a tutti gli effetti, c’è ancora chi ritiene i suoi film mera pornografia?Bruce: Alcuni sì, lo credono ancora. Ma si sa, certa gente non sa vedere oltre l’immaginario pornografico, quindi li catalogano come porno. Certo, i miei film sono molto pornografici, ma sono anche dei meta-porno: riflettono sui meccanismi del genere, come la cultura consuma e vede i porno e riflettono anche il mio modo ambivalente di approcciarmici.

Io: E qual è il suo punto di vista sull’industria del porno mainstream, del post-porno o della pornografia su internet?

Bruce: In passato ho anche lavorato con compagnie cinematografiche professionali, quindi sono entrato in contatto anche con l’ “industria del porno” più convenzionale, che è completamente un mondo diverso, rispetto alla creazione di porno artistico, quello indipendente e più alternativo. Se dovessi fare un porno classico, lo farei per distruggere le convenzioni dello stile di quel tipo di pornografia, cercando di fare qualcosa di più interessante. Se, invece, si tratta di pornografia artistica, allora c’è più liberta d’espressione: puoi spingerti oltre i limiti dell’estetica e non devi nemmeno preoccuparti di renderlo commerciale. Puoi usare, quindi, tipi diversi di bellezza: diversi corpi, diversi ideali. è tutto più stimolante.

Io: Si sente un’icona gay?

Bruce: Credo di sì. Più che altro, mi sento più come un’anti icona gay, o un gay anti-icone.

Io: So che lei ha un’ampia schiera di fans anche tra il pubblico maschile eterosessuale e il pubblico femminile. Crede che, pur concentrandosi sull’omosessualità maschile, i suoi lavori siano indirizzati anche ad un pubblico più vasto?

Bruce: Sì, questo è un obiettivo che mi tocca nel profondo: Credo che l’idea di “cultura gay” e di “ghetto omosessuale” siano un limite alla creatività di una persona. Da artista, preferisco definitvamente parlare di argomenti più universali e vicini a tutti. Penso che chiunque lavori nel campo cinematografico voglia farlo, attraverso il suo modo personale di vedere il cinema.

Io: Preferisce dare più peso all’esplicita violenza o carnalità dell’immagine, oppure al tema portante di un suo film? A cosa dà più peso?

Bruce: Beh, dipende. Come ho già detto, “L.A. Zombie” è stato, per me, un film totalmente lbero: nessuna sceneggiatura, nessun limite, nessuno che mi dicesse “Guarda, stai esagerando”…ma forse di quel qualcuno ne avrei avuto bisogno! Ahhahahahah!Il nuovo film, invece, avendo un budget maggiore, ha più rischi: devo renderlo un filino più commerciale del mio standard, in modo da poter guadagnare abbastanza per progetti più liberi. Infatti, sarà un film dove il sesso non sarà per niente esplicito.

Io: Punterà, quindi, sull’aspetto più emotivo?

Bruce: Diciamo di sì. Sicuramente sarà più narrativo: i personaggi saranno molto più approfonditi e avrà una storia dalla struttura molto complessa. Da quel punto di vista, ecco, è un film molto convenzionale. Anche “Otto, Or Up With Dead People” aveva una trama, ma non aveva il timore di osare ed essere esplicito. Questo perché è stato una produzione indipendente, con un budget di circa 350.000 dollari. Ero, quindi, molto libero. Ma è difficilissimo trovare un pubblico per film di questo genere. Il sesso esplicito e -forse anche la politica radicale degli stessi personaggi- ne hanno reso un film difficilmente “vendibile”.

Io: “Otto” e “LA Zombie” sono in qualche modo collegati..

.Bruce: “Sì, “Otto” e “LA Zombie” hanno lo stesso tema, a sono molto diversi tra loro: esprimono due estremi del mio lavoro.

Io: Qual è il film a cui si sente più legato, scegliendone uno dalla sua filmografia?

Bruce: Ecco, sono molto legato a “Super 81/2” , perché è stato il più difficile e il più confuso da girare. Era il mio secondo film, mi ci sono voluti due anni per realizzarlo e ho dovuto sfruttare solo il mio denaro. Finirlo mi ha quasi ucciso. Quindi, simbolicamente, è una metafora filmica della difficoltà di essere un regista.

Io: Quindi lo ricorda più per la vita che ha avuto, che per il suo contenuto?

Bruce: Decisamente. Tecnicamente è stato un disastro. Mi piace ancora molto il suo contenuto, ma lo sento più vicino per la difficoltà che c’era nell’errore e il caos.

Io: E di che parlava?

Bruce: Difficile spiegarlo: è un meta-film. Molti dei miei film sono film dentro film. “Otto” è una sorta di remake di “Super 81/2” , quindi è molto introverso. Parla della mia identità e della mia crisi sul mio essere un regista pornografico, parla di come sia difficile fare arte con il sesso, su quanto sia complicato realizzare scene di sesso esplicito…

Io: Crede che, da allora, lei sia riuscito a conquistare una fama più artistica?

Bruce: Dopo il mio primo film, “No Skin Off My Ass”, dove rappresentavo per la prima volta amplessi espliciti sullo schermo, sono stato definito da molti “pornografico”. Ho realizzato quanto sia ipocrita la gente riguardo alla pornografia: quasi tutti ne fanno uso e lo adorano, ma sono sempre pronti a giudicare la gente che ci lavora o ci recita. Questo binomio è alla base di tutti i miei lavori. Molti mi giudicano come il pioniere del post-porno e, in qualche modo, credo di averlo inventato io stesso. è stato, quindi, anche questo a farmi guadagnare il rispetto di molte persone, che apprezzano i miei lavori anche per il loro contenuto. Anche se questo nasconde anche lati negativi: ora sento molta pressione. Tutti si aspettano da me chissà quali invenzioni, chissà quali territori nuovi da esplorare…

Io: Ho letto sul suo profilo di facebook che sta lavorando ad un progetto teatrale chiamato “Mommy Complex”, può spiegarci di che si tratta? 

Bruce: Veramente, si tratta di un progetto che rientra in un progetto ancora più grande: “The Bad Breast” : un melodramma femminile basato sul lavoro post-freudiano della teorica sulla psicanalisi Melanie Klein. Faccio anche molto teatro, soprattutto a Berlino. Lavoro molto con Susanne Saschsse, l’attrice che è anche apparsa in “The Raspberry Reich” “Otto”. 

Io: Anche le sue rappresentazioni teatrali toccano temi di caratteri sessuali?

Bruce: Sì, ma in un modo molto più teorico. D’altronde, è difficile rappresentare il porno a teatro! Si tratta di lavori basati sulla teoria di Melanie Klein, riguardo alla relazione tra il bambino e il seno della madre, come questo influenza lo sviluppo del bambino. Si tratta di una teoria femminista, perché distrugge totalmente l’idea fallocentrica delle teorie di Freud.

Io: Si sta, quindi, concentrando anche sul mondo femminile?

Bruce: Sì, e soprattutto nei miei lavori teatrali, anche se, l’ultimo mio progetto, una produzione di Arnold Schoenberg, chiamata “Pierrot Lunaire”, un’opera d’avanguardia ha come protagoniste delle donne che decidono di cambiare sesso.

Io: E ha mai pensato di realizzare dei film a tematica lesbo?
Bruce: Ne ho già fatto uno! Si chiama “Give Peace Ass A Chance” ed è un cortometraggio. Questo corto rientra in una mia personale trilogia sulla sessualità femminile: “Give Peace Ass A Chance”, “The Bad Breast” Weekend In Alphaville”. Quest’ultimo l’ho realizzato l’anno scorso, come parte di un progetto artistico che ho fatto a Regina, Saskatchewan, in Canada.

Io: Di che tipo di progetto si tratta?

Bruce: Era un omaggio a Godard: un film realizzato come parte di una videoinstallazione. Il soggetto riguardava una donna che, con la sua auto, si scontra contro una renna. In seguito all’incidente, la protagonista invoca degli spiriti aborigeni. Era tutto così astratto. L’ho realizzato con gli artisti della First Nation e con un mio amico ballerino. Sai, ho anche lavorato come istruttore di danza da giovane! Ho scritto io stesso le coreografie per i miei lavori teatrali e anche per “Otto”. Mi piace molto la danza come mezzo d’espressione.

Io: Lei è molto eclettico. Ho letto che è anche fotografo…Bruce: Sì, in Italia è stato pubblicato anche un mio libro di scatti fotografici. Fotografia artistica e pornografica.

Io: E che ne pensa della pornografia su internet? Bruce: Diciamo che io mi pongo a metà tra l’industria del porno più convenzionale e quella più libera. Tuttavia, pur considerando poco interessante molta della pornografia su internet, ne ammiro molto il lato democratico. Mi piace questo spirito del “porno fai-da-te”: potrebbe persino cambiare totalmente il modo di realizzare film. Eppure, penso che se il porno sia tanto ricco di sfaccettature sia proprio per la presenza di questi due estremi all’apparenza inconciliabili: il porno mainstream e quello artistico. Devono coesistere.

Io: Il suo lavoro mi ricorda molto la corrente soft-porno giapponese dei pinku-eiga, una corrente dove i registi giapponesi sfruttavano il porno per raccontare temi molto importanti quali l’incomunicabilità o la politica, o per realizzare lavori d’alto valore artistico. Li conosce? E se sì, li apprezza?

Bruce: Sì, e mi piacciono molto. Mi hanno anche influenzato per una sceneggiatura che vorrei realizzare. Si chiama “School Girl In A Cage”.

Io: Ahahhah! Un titolo decisamente da pinku-eiga anni ’70! 

Bruce: “Sì, decisamente! Ahhahha! Comunque un film giapponese che mi ha molto colpito, ma di cui non ricordo né titolo né regista, parlava di questa ragazzina minorenne che si offre di fare sesso pur di diventare una star televisiva. Terminava tragicamente con il suo suicidio.”

Io: Non credo di averlo mai visto, anche se ne ho visti tanti! Ahhahahh! Conosce Hisayasu Sato? Credo che abbia realizzato uno dei migliori film a tematica gay,“Muscle”. Credo che, insieme al suo “Otto”, sia il film che meglio rappresenta l’omosessualità maschile…

Bruce: “Grazie, ne sono onorato! Il film credo di non conoscerlo, ma sicuramente me lo procurerò.”

Io: Questa era l’ultima domanda, la ringrazio ancora per la sua disponibilità, è stato gentilissimo…Bruce: “YAY!”

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FILMOGRAFIA:

1987- Boy, Girl
1987- I Know What It’s Like To Be Dead
1988- Home Movies
1992- A Case For The Closet
1992- The Post- Queer Tour
1992- Slam!
1993- No Skin Off My Ass
1994- Super 81/2
1996- Hustler White
1999- Skin Gang
2000- Come As You Are
2004- Raspberry Reich (Revolution Is My Boyfriend)
2007- Give Piece Of Ass A Chance
2008- Otto; Or Up With Dead People
2010- L.A. Zombie
2010- The Bad Breast or The Strange Case Of Thelda Lange
2010- Weekend In Alphaville
2011- Fucking Different XXX