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Barren Illusion (Kiyoshi Kurosawa)

23 Mar

Barren Illusion” di Kiyoshi Kurosawa è il miracolo cinematografico. Una rivoluzione distruttiva che sradica tutto il cinema pseudo-adrenalinico e cervellotico. Ritmo ascettico, lentissimo, ma mai stancante, con un’implosione assoluta anche nell’ambito puramente narrativo. è un film che non racconta assolutamente nulla, eppure resta, colpendo al cuore come un coltello affilato.

Lavora per concetti, suggestioni (l’uomo che scompare e ricompare, scompare e ricompare), immagini pure e disperate (il suicidio ingiustificato della donna), è un’altra apocalittica visione sull’incomunicabilità di Kiyoshi Kurosawa. Rarissimo esempio di cinema che rifiuta completamente il suo pubblico, distruggendolo anche con invisibili calci. è un film che ha solo una scena madre (il ritrovamento dello scheletro sulla spiaggia), pertanto non necessaria alla comprensione e che, non avendo alcun’invenzione di finzione, finisce semplicemente dove deve finire, senza trovare un finale ad effetto, con personaggi che paiono fantasmi e che, come tali, possono dissolversi da un momento all’altro.

Mai chiassoso, mai banale, è una fiaba urbana metafisica, perchè scava in profondità del corpo stesso, ma anche al di là del corpo. Oltre la vita. Oltre la morte. Capolavoro.

Tre miei corti e il loro senso deviato.

26 Gen

Simbiosi


“Simbiosi” è una riflessione sull’impossibilità della coppia e dell’incomunicabilità tra i sessi. Lui, deluso da un comportamento non specificato di lei, decide di rinchiuderla in un televisione, condannandola all’ergastolo. La televisione è il simbolo della finzione e della bidimensionalità, quindi lei, ormai fasulla, ha perso la sua profondità umana ed è condannata a vivere da oggetto. Afflitto e ossessionato dal pianto di lei che, disperata, vorrebbe essere perdonata, lui decide di trasformarsi in un oggetto per spegnersi e dormire tranquillo. Questo, però, avendo abbandonato la profondità umana, lo porta a reintegrarsi con lei nel televisore.

BIANCO E NERO/COLORE: Il colore è usato per le soggettive degli esseri umani, il bianco e nero per le soggettive degli oggetti, che non hanno la profondità umana.

IL CINESE: Il film è recitato in cinese poichè già nel rapporto di coppia c’è un linguaggio incomprensibile, per gli altri (gli esterni che urlano parole in italiano, nella scena della finestra) diventa persino una lingua completamente diversa.

I GESTI: L’incomunicabilità e l’incomprensione tra i sessi vengono esasperati nel gesto in cui lui guarda lei nella televisione, come se fosse un film. Lei piange mentre fuma, lui non fuma, ma ha una sigaretta accesa, abbandonata nel posacenere. Fa, cioè, l’esatto contrario di ciò che fa lei. Quando l’incomprensione raggiunge il culmine, non si può che spegnere il televisore.

IL TELEVISORE: Simbolo della finzione, del dolore e dei problemi della coppia.

LA LUCE: I momenti di gioia, i ricordi felici e l’amore della coppia.

LA FINESTRA: I momenti di stasi della coppia, tra la gioia e il dolore e il rapporto della coppia con il mondo esterno.

LA STANZA: nel film, la stanza che c’è, ma non si vede è la loro storia d’amore. Niente di concreto o fisico: la loro love story è il tema principale del film, ma, inquadrati in due diverse prospettive, non vengono MAI mostrati insieme.

LO SFALSAMENTO DEL FORMATO: Il Film è girato in 4:3. Quando il formato cambia e diventa 16:9 si esaspera lo schiacciamento emotivo della rottura di una storia d’amore.

White WIllow, White Whore


Una ragazza viene pagata per piangere ai funerali. Intervistata per il suo successo, si rende conto di essere una prostituta, poichè incapace di piangere al funerale di sua sorella morta: non è stata pagata. Quando, finalmente, la protagonista scopre qualcosa su se stessa, raggiunge l’orgasmo. Ma è un orgasmo amaro, che si conclude con le lacrime per il funerale della sua stessa anima.

IL LUTTO COME ECCITANTE SESSUALE: L’essere umano, per sua natura, si eccita di fronte alla sofferenza altrui, quando non gli riguarda. Il piangere ai funerali di sconosciuti può sembrare un gesto di gratitudine nei confronti di quegli emarginati che non hanno nessuno che possa salutarli nel momento della dipartita, diventa un perverso metodo di prostituzione: la donna viene pagata per offrire una prestazione sessuale senza amplesso.

IL MOVIMENTO DI MACCHINA: DUrante l’intervista, la cinepresa compie lo stesso identico movimento che si interrompe sempre nello stesso punto: sembra formare un cerchio attorno ai due personaggi che si interrompe sempre, perchè la protagonista ha una visione limitata delle cose, basandosi solo sul lavoro e sull’espressione del proprio corpo.

IL VISO: Il viso è una trappola e non viene mai mostrato. Il film si basa sul binomio essere/apparire, con la recitazione che mai esprime i veri sentimenti dell’essere umano. Per questo motivo la sorella della donna si suicida, sparandosi alla testa e, quindi, tumefacendo il suo volto: non voleva che gli altri vedessero la sua espressione di dolore. Il dolore è personale, non universale.

IL GIORNALISTA: Il giornalista è distaccato perchè è una seconda puttana. Distaccato dal mondo esterno e dal suo dolore, pensa solo al suo lavoro. Impacciato, timido, eppure tremendamente meccanico

LO SCHIUDERSI DEL FIORE: Il fiore, dalla chiara forma vaginale, che si schiude è il simbolo dell’orgasmo femminile.

LA NUDITA’: La ragazza, prima vestita e poi nuda, esprime la sua apertura, il mettere a nudo, per una volta, le sue emozioni e il legame con la sessualità che viene espressa.

Rigor Mortis


Un uomo, a cui è morta sua sorella, finisce al capolinea dopo essersi addormentato sul treno. Incontra il suo ex, un feticista dei piedi che si è innamorato follemente di un monco. Quando il protagonista capisce che l’attaccamento a cose superficiali, è inutile, immagina che la sorella gli stia leccando il piede, scatenando in lui un deviato orgasmo, che collega il mondo dei morti e del ricordo (il bianco e nero) e la vita (il colore).

LA SOTTOMISSIONE: è un film sulla sottomissione. Lui è sottomesso alla vita, il feticista al sesso, la suicida alla morte e la migliore amica della suicida al ricordo ossessivo del passato.

FETICISMO DEI PIEDI E SADOMASOCHISMO: Il mezzo attraverso il quale si annienta l’identità, sull’orlo della morte dell’anima.

IL PIEDE CALZO E IL PIEDE SCALZO: Ovvero, la vita e la morte. Lo stare in mezzo quando si trova l’equilibrio con l’esistenza.

LO SFALSAMENTO DEL FORMATO: Il film è girato in 16:9, ma diventa in 4:3 quando c’è il momento di passaggio dalla mediocrità della vita all’illuminazione sul senso della vita

L’ENTRATA A SINISTRA: Il protagonista e il feticista dei piedi arrivano dallo stesso punto, in stazione, perchè vengono entrambi dallo stesso treno, ovvero la storia d’amore che giunge al capolinea, la morte del loro rapporto.

BIANCO E NERO: La volontà di eliminare l’illuminazione su ciò che sta intorno.

COLORE: La scoperta di ciò che sta fuori la mediocrità dell’esistenza superficiale.

IL TERRORE DEL SILENZIO: Per eliminare il peso della morte, sono stati eliminati tutti i momenti di pausa e sospensione, lasciando spazio al dialogo, spesso inutile e banale, per il terrore del vuoto, riempendolo con superficialità.

IL MONCO: è l’emblema della scoperta dell’amore vero.